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mercoledì 27 febbraio 2019

"IL TALENTO DELLA FANTASIA", docufilm su Elvio Porta presentato con successo alla Casa del Cinema a Roma





“Il Talento della Fantasia”, il docufilm che narra della vita del commediografo e sceneggiatore Elvio Porta, presentato con grande successo di pubblico e di critica, lunedì 25 febbraio alla Casa del Cinema di Roma. Un omaggio sincero e affettuoso ad una delle figure più interessanti del panorama culturale italiano scritto, diretto e prodotto da Gianni Ciuffini legato ad Elvio Porta da una grande amicizia. Tra i tanti attori, collaboratori e amici di sempre, emozionati e divertiti in sala, a ricordare il grande autore di teatro e cinema: Giuliana De Sio, Lina Sastri, Mariano Rigillo, Leo Gullotta, Carlo Molfese, Enzo Decaro, Danila Bonito, Lucio Aiello, Marzio C. Honorato, Massimo Cristaldi, Carmen Femiano, Anna Teresa Rossini e Carlo Molfese, compreso Lucio Aiello (collaboratore di Elvio per anni) che ricorda i momenti della scomparsa di Porta. 

Elvio Porta, scomparso nel dicembre 2016, è stato uno dei massimi commediografi e sceneggiatori della nostra epoca. Autore, insieme ad Armando Pugliese, del “Masaniello” il testo teatrale che più ha cambiato la percezione del “come fare teatro in lingua napoletana” dopo, appunto, Eduardo. I suoi lavori teatrali hanno ottenuto successi in tutta Europa e il cinema italiano ha beneficiato del suo apporto originale alla “commedia all’italiana” che, nella sua forma più alta, resta uno dei generi più apprezzato dal pubblico. 

Ancora, Elvio Porta, preferito da grandi registi come Sergio Corbucci, Nanni Loy e Lina Wertmuller, è autore di svariati film campioni d’incasso, dalla fine degli anni ’70 in poi, solo per citarne alcuni: La mazzetta (1978); Giallo Napoletano (1979); Cafè Express 1980); Madonna che silenzio c'è stasera (1982); La stangata napoletana (1983); Mi manda Picone (1984); Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1985); Se lo scopre Gargiulo (1988); Scugnizzi (1989); Pacco, doppio pacco e contro paccotto (1993) e tanti altri capolavori del cinema italiano.

Dopo il successo della presentazione romana, il docufilm farà tappa: al Göteborg Film Festival; al Roma Cinemadoc (2020); al Locarno Festival, al TIFF - Toronto International Film Festival; alla Biennale di Venezia e ai David di Donatello.  






sabato 23 febbraio 2019

“QUELLO CHE I MURI DICONO": suggestivo viaggio nella street art romana, tra graffiti, murales e segni colorati con acrilici e bombolette spray






Una mappa "ragionata" con tanto d'inserto a colori di murales, graffiti, opere estemporanee di writes urbani che affiorano sulle mura, sui ponti, sulla metropolitana, i treni e le strade dei quartieri periferici della Capitale. E' quello che l'autrice Carla Cucchiarelli offre al lettore con l'interessante guida alla street capitolina “QUELLO CHE I MURI DICONO” (Iacobelli editore), presentato il 22 febbraio scorso al  Macro - Museo d'arte Contemporanea - di Roma.

Un viaggio nei quartieri popolari della Roma fuori dal circuito turistico, intriso del fascino di una citta' creativa che trasmette messaggi attraverso i muri, ma anche di riflessioni sull'arte e sul sociale. 
La narrazione di segmenti di una citta' effervescente in continuo movimento, che cambia, si ridipinge, prende colore e comunica attraverso l'arte di opere che nascono spontaneamente e anche illegalmente, effimere per definizione e in molti casi soggette pure a rimozione immediata, come nel caso delle opere murali di Maupal (al secolo Mauro Pallotta) a Borgo Pio, aventi per soggetti papi e temi scottanti, ma spesso anche condivise da amministrazioni e comunità locali . 
Un'arte che incorpora suggestioni e paesaggi immaginifici,  donata alla città per svariati motivi, con l'arte si possono trasmettere messaggi, attivare processi di riqualificazione di contesti urbani e sociali degradati o semplicemente portare bellezza dove non c'è, contribuendo con essa a sfatare il luogo comune secondo cui segnare i muri è sinonimo di atti vandalici. 
Tanti i murales nella Capitale: l'omaggio a Pasolini al Pigneto con murales di Mauro Pallotta e Mr Klevra; l’uomo che beve un caffè del duo Etam Cru a Tor Pignattara; le teste parlanti di Carlos a Atoche, divertenti personaggi di Mimì the Clown; la lupa di Roma al Testaccio; i dipinti di Alice Pasquini e Tina sul Grande Raccordo Anulare e il condominio di Tor Marancia; il murale di Pineta Sacchetti La bicicletta verde. Senza dimenticare il Museo dell’Altro e dell’Altrove sulla Prenestina e quello all’aperto al Quadraro. 
Mentre continua il dibattito se quanto realizzato con la bomboletta spray è cultura underground o vandalismo, “Quello che i muri dicono" è un lavoro straordinario che non ci resta che leggerlo e  del quale ringraziare l'autrice Carla Cucchuarelli per averci offerto un racconto dettagliato sulla Street Art - fenomeno nato come forma d'arte ribelle nella New York degli anni ’60 e arrivata, ormai circa cinquant’anni fa, in forma di protesta, anche nell’università di architettura occupata a Valle Giulia a Roma - ed immergerci nei quartieri della capitale per emozionarci di fronte a tale forma d'arte dove creatività, sociologia, storia, geografia e urbanistica si intersecano in modi inediti e sorprendenti. 



Carla Cucchiarelli - giornalista, vicecaporedattore del TGR Lazio, scrittrice, da sempre appassionata all'arte e ai temi sociali. Tra le sue pubblicazioni: Perché le mamme soffrono. Storie vissute nell’universo salvamamme (Armando editore, 2009) con Vincenzo Mastronardi e Grazia Passeri; il romanzo Ho ucciso Bambi (Zeroundici edizioni, 2012), la drammatica vicenda di un artista in Quella notte a Roma (Iacobelli editore, 2013) e un’ipotetica autobiografia di Monna Lisa in No, la Gioconda no (Compagnia editoriale Aliberti, ebook 2015). Un suo racconto è pubblicato nel libro Streghe d’Italia o presunte tali 2 (Fefè Editore, 2014),Telefono Rosa. Una storia lunga trent'anni (Feltrinelli editore). 

giovedì 21 febbraio 2019

"STORIE INASPETTATE" con Rossella Ronconi e Tiziana Colusso a Buongiorno...

Premio Narrativa "Storie Inaspettate"
Promosso a  Buongiorno Regione - RAI 3

giovedì 14 febbraio 2019

"That's life!", con Riccardo Rossi a teatro




“That's Life! Questa è la vita” lo spettacolo con Riccardi Rossi al Sala Umberto fino al 17 febbraio. Uno spettacolo divertente che induce alla riflessione sulla vita (e sugli uomini) con i loro pregi e i loro tanti difetti. Secondo la ricetta dello showman, la vita si può scadenzare in vari periodi: Gli anni che vanno da 0 a 15 : tre anni di pannolini, due di asilo, cinque di elementari, tre di medie, cinque di liceo e due di pugnette. Quelli dai 15 ai 18, i primi innamoramenti, il liceo. Vent'anni "magari averli ancora", i quaranta "l'età più bella", dopo i 50 siamo alle prese con i primi acciacchi, gli esami clinici e i check up. E i novanta? "Arrivarci".
Con lo spettacolo “That's Life! Questa è la vita”, scritto dallo stesso Rossi con Alberto Di Risio, dal sapore del precedente in cui si parla di sentimenti e della superiorità del genere femminile, viene fatta una narrazione della vita, come dice Rossi, «almeno fino ai 50 anni» autobiografica, mentre per gli anni che seguono si è ispirato ad amici più grandicelli ma giovani dentro, in cui a conti fatti, per adesso, sempre secondo l'attore, ne scaturisce che gli anni migliori sono quelli che vanno dai 19 ai 40 trascorsi in compagnia delle persone che ami. Uno spettacolo divertente e coinvolgente in cui ognuno di noi si ritrova in qualcosa che ci accomuna.   

mercoledì 6 febbraio 2019

"L’AMORE È UN GAMBERO" al Sala Umberto di Roma  

Riccardo Rossi parte con La Trilogia:"L’AMORE È UN GAMBERO" al Sala Umberto di Roma fino al 10 febbraio.


Divertente, ironico, pieno di battute intelligenti e condito da bella musica del passato. Questo il primo spettacolo della trilogia, "L'amore è  un gambero" di Riccardo Rossi e Alberto Di Risio con la regia di Cristiano D’Alisera in scena al Teatro Sala Umberto. Uno spettacolo in cui lo stesso Rossi ci “spiega” i trucchi per affrontare al meglio tutte le fasi di una storia sentimentale, tutte le avventure che un amore deve affrontare per sopravvivere a sé stesso.
Un one-man show esilarante sull'amore, trattato in modo divertente in tutte le sue fasi e tutti i suoi aspetti  che Rossi affronta tornando indietro nel tempo, dall'adolescenza  con i primi innamoramenti, la prima impacciata  dichiarazione  fatta ad una ragazza, la telefonata che non arriva se non quella della madre nel momento sbagliato..., le complicazioni nei rapporti sentimentali, il primo matrimonio e anche il secondo più duraturo e consapevole. "Tutti noi abbiamo un amore da raccontare, senza amore non si vive" e Riccardo Rossi in "L'amore e come un gambero" ci dice come affrontare al meglio una storia d'amore, ripercorrendo momenti e circostanze sentimentali in modo a ritroso, come appunto fa il gambero.
Con l'ironia, l'intelligenza e l'eleganza che lo distingue l'attore stila il suo manuale d'amore per dire, tra l'altro,  come che le donne siano più intelligenti degli uomini, l'amore vero non è quello del presente o quello del futuro, ma quello passato scolpito nel nostro cuore e che ogni tanto ritorna in mente e fa luccicare gli occhi.
Un gran bello spettacolo della durata di due ore in cui il  pubblico si ritrova e si diverte applaudendo quasi ininterrottamente il bravissimo ed instancabile mattatore che è Riccardo Rossi.