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domenica 7 aprile 2024

“UNA CASA ONTOLOGICA” DI LUIGI SERAFINI AL MACRO, MERAVIGLIA E INCONTRA IL PUBBLICO.

 

Opera esposta alla mostra “Una casa ontologica” di Luigi Serafini -  MACRO di Roma

Luigi Serafini (Roma, 1949), artista, architetto, autore e designer che si distingue per operato e ricerca fuori dai contesti più convenzionali nel mondo dell’arte, espone nella sua città natale. La mostra “Una casa ontologica”, ospite al MACRO fino al 25 Agosto 2024, promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, “ è concepita come un’opera espansa, un ambiente in cui Serafini ha creato un meta-ritratto che trasporta all’interno del museo la sua attitudine immaginifica attraverso la rielaborazione degli interni della sua casa romana. Realizzata come un enorme Codex Seraphinianus tridimensionale, e sospesa tra una scenografia onirica dal linguaggio indecifrabile e un’opera di architettura geometrica e catalogatrice, la casa-studio dell’artista è una testimonianza di quasi 40 anni di vita e di lavoro che oggi rischia di scomparire a causa di una condizione di sfratto che sta sensibilizzando l’opinione pubblica.”




Il Codex Seraphinianus è un’opera fantastica di Luigi Serafini, di cui la prima edizione fu di Franco Maria Ricci nel 1981. "l'enciclopedia di un visionario" (nella definizione di Italo Calvino), visionario e misterioso.  Un libro di culto, un codice fantastico,  misterioso ed indecifrabile  che continua ad essere apprezzato da  storici e critici dell'arte come Federico Zeri e Vittorio Sgarbi, incuriosire ed emozionare il mondo. Il "Codex" riporta in chiave utopica e fantastica uno scibile infinito, dalla zoologia alla botanica, dalla mineralogia all'etnografia, dalla fisica alla tecnologia: macchine surreali, metamorfosi animali e vegetali, invenzioni colorate e commentate da una scrittura immaginaria.



“Una casa ontologica” di Luigi Serafini -  MACRO di Roma 


L’esposizione artistica al Macro accoglie una selezione delle opere di Serafini che spazia dalla scultura al design di oggetti, dal disegno a mano alla fotografia, dalle pubblicazioni all’invenzione di lingue fantastiche. 

Ad accompagnare il visitatore nel percorso, nell’immaginazione dei volumi e nella localizzazione delle stanze, oltre a una planimetria, le fotografie della casa-studio dell’artista, inserite in geometrie che si rifanno  a motivi decorativi della stessa. 





Mentre sui muri affiorano scritte nella scrittura asemica dell’opera Codex, nel corridoio appare una sedia, modello Suspiral del 1984, insieme alla particolare teiera Nessy che nei particolari riecheggia un serpente e una scultura che riproduce un animale fantastico a metà tra il bruco e il cavallo.





Meraviglia delle meraviglie, al centro della sala, adagiata su un letto di sabbia, spunta Persephone K, suggestiva statua  dalle sembianze di una donna carota che rimanda al mito di Persefone, divinità ambivalente, quasi sdoppiata tra il mondo del sole, della campagna, dei lavori agricoli e quello delle tenebre, dell'oltretomba, della vita dopo la morte.







Nella stanza di fondo, a creare stupore di fronte a tanta creatività e ingegno, quattro disegni, realizzati dall’artista nel corso del 2023, il dipinto a olio Paesaggio sul far della sera, gli sgabelli bianchi  e due stampe di piante meravigliose la Rosachillus Flegreus e la Rubus Auriflammeus, provenienti, assieme alla Eutherba Draconis e alla Sellaria Superflavorum, allestite all’ingresso, dalla riedizione speciale delle Histoires Naturelles di Jules Renard in occasione del 60° anniversario della BUR Rizzoli Editore, un erbario fantastico disegnato al computer dall’eclettico e visionario Serafini. 






Ancora, ad affascinare e catturare lo sguardo del visitatore attento,  la spettacolare scultura Croc-egg-dile, prototipo di una delle componenti dell’installazione di fronte all’ ingresso della stazione Materdei della metropolitana di Napoli e per questo chiamata Paradiso pedestre. Possiamo poi vedere, nella parete esterna, la stampa della ricostruzione di un’ipotetica altalena posizionata nelle rive del mar Tirreno. 

Infine in una teca a muro la selezione delle pubblicazioni dell’artista: la prima edizione a cura di Maria Ricci e gli aggiornamenti più recenti del Codex Seraphinianus editi da Rizzoli, la Pulcinellopaedia Seraphiniana, il Coniglio d’oro e le illustrazioni per le Storie naturali di Jules Renard. 





Sempre in occasione della mostra "Una casa ontologica", l'artista, architetto, autore e designer Luigi Serafini, il 9/4/2024 alle ore 18.30 / 6.30 pm, incontrerà il pubblico per un nuovo appuntamento di "Una storia" il formato di Agora che invita gli artisti a presentare una loro personale "storia dell'arte". 

Durante la lecture, Serafini condurrà il pubblico in un viaggio attraverso i riferimenti visivi, sonori, letterari, cinematografici, filosofici che hanno influenzato e che nutrono il suo inesauribile immaginario.





Luigi Serafini



Luigi Serafini (Roma, 4 agosto 1949) è un artista, architetto, autore e designer italiano. Frequenta la facoltà di architettura dove lavora con Maurizio Sacripanti e Luigi Pellegrin. Dal 1971 al 1973 viaggia tra l’Iraq, l’Africa equatoriale, il Congo e gli Stati Uniti dove lavora con l’architetto Paolo Soleri alla nascente città sperimentale di Arcosanti in Arizona. Nel 1981 pubblica la prima edizione del Codex Seraphinianus con Franco Maria Ricci Editore. Nel 1984 pubblica Pulcinellopedia (piccola) per la casa editrice Longanesi. Nel campo del design, collabora nel 1981 con il collettivo Memphis di Ettore Sottsass e poi realizza progetti come le sedie Suspiral e Santa per Sawaya & Moroni o i vetri e le lampade per Artemide. Nel 1990 crea la prima locandina per il film La voce della Luna di Federico Fellini.Le sue opere sono state esposte alla Fondazione Mudima di Milano, alla XIII Quadriennale, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e al Futurarium di Chicago. Ha pubblicato racconti con Fandango, Bompiani, Archinto, nonché articoli su numerosi quotidiani italiani e collaborato con programmi di Rai Radio 3. Del suo lavoro hanno scritto tra gli altri Italo Calvino, Giorgio Manganelli, Federico Zeri, Achille Bonito Olvia, Douglas Hofstadter, Umberto Eco e Tim Burton. 







venerdì 8 marzo 2024

Le opere di Carla Accardi al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al 9 giugno 2024

Carla Accardi, Autoritratto, 1946 | Olio su tela, cm 31 x 23. Archivio Accardi Sanfilippo



CARLA ACCARDI ”,  la mostra che  Palazzo delle Esposizioni a Roma dedica  all’ artista siciliana di nascita e romana d’adozione dal secondo dopoguerra,  figura di spicco del Novecento, in occasione del centenario della nascita e 10 dalla sua scomparsa. Una grande mostra antologica  così  ricca di opere e relativa importanza da configurarsi la più esaustiva mai dedicata all’artista, promossa dall’ Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, realizzata in collaborazione con Archivio Accardi Sanfilippo e con il sostegno della Fondazione Silvano Toti, curata da Daniela Lancioni e Paola Bonani.




Oltre 100 opere suggestive, insieme a fotografie e documenti, ospitate nello spazio espositivo romano - dal 6 marzo e fino al 9 giugno 2024, riportano del percorso artistico della protagonista  della cultura visiva contemporanea italiana e internazionale, e il contesto storico, sociale e politico in cui l’artista si è rapportata. Un panorama vivace e visivo costellato di  confronti linguistici intrecciati e contaminati , ne restituisce  il ritratto di una donna coraggiosa e portata alla sperimentazione continua che, in un momento in cui le istanze della pittura erano di competenza pressoché maschile, è diventata la prima astrattista italiana riconosciuta a livello internazionale.





L'esposizione antologica, ospitata dal 6 marzo e fino al 9 giugno 2024, presso lo spazio espositivo romano, comprende l'intera biografia dell'artista  Carla Accardi   giunta dalla Sicilia nel 1946 nella Capitale  dove ha risieduto sino alla fine dei suoi giorni avvenuta il 23 febbraio 2014. Opere pittoriche ed installazioni realizzate in periodi diversi a dimostrare la continuità, la coerenza e la ricerca della pittrice pur nella varietà linguistica che ha caratterizzato la sua arte. 





L’artista, oltre ad essere una talentosa astrattista di fama internazionale, è stata anche l’unica donna a far parte del Gruppo Forma (da cui nascerà Formula 1, il primo e unico numero della rivista – manifesto), fondato assieme ad Attardi, ConsagraDorazio, Guerrini, Perilli, SanfilippoTurcato e con la sua pittura ha contribuito dal 1947 all'affermazione dell'astrattismo in Italia. 




Colori, forme, geometrie, segni, materiali plastici e inusuali, involucri, installazioni, fotografie, documenti e doni caratterizzano il percorso espositivo  testimoniando  la  genialità, la metamorfosi e gli stili dell’artista, dal futurismo al post-cubismo di cui si è nutrita in gioventù, dall’astrattismo all’informale, dalla pittura concettuale alla pittura-ambiente, da un’arte intrisa dalle istanze del femminismo alla pittura negli anni Ottanta, fino alle visioni innovative degli anni Novanta e Duemila, che raccontano la figura di una delle artiste italiane anticonformista e visionaria più importanti dello scorso secolo, che ha contribuito alla nascita e allo sviluppo di nuovi modi di intendere l’opera d’arte e all’emancipazione femminile con la sua partecipazione alla stagione femminista che nel 1970 culminò nella fondazione del collettivo “Rivolta Femminile” con  Elvira Banotti e Carla Lonzi.





Ancora nel percorso espositivo in cui sostiamo difronte a immagini sorprendenti da cui traspare la tanta genialità, viene evidenziata e documenta, infine, la passione che Carla Accardi aveva per la poesia e la  capacità di entrare in dialogo ed empatia con altri artisti da essere definita «l’artista degli artisti» testimoniata da opere di amici, scambi e oggetti provenienti dal suo studio.  





I lavori, realizzati in bianco e nero, rosso, viola, azzurro, fuxsia e altri colori sgargianti, realizzati in periodi diversi,   disposti in sequenza nel grande spazio espositivo, atti a delineare il percorso artistico dell’artista Carla Accardi, creano suggestive inquadrature, prospettive, dettagli, luci e colori diversi che affascinano il visitatore disposto ad immergersi nell’arte e tanta bellezza. Una bellezza che, in parte, ha già affascinato il pubblico, sempre nella Capitale, in occasione dell’ultima mostra dell’artista ancora in vita “Carla Accardi. Spazio, ritmo e colore.” dal 1 dicembre al 27 febbraio 2011, nella bella cornice dell’Aranciera di Villa Borghese, presso il Museo Carlo Bilotti.



mercoledì 6 marzo 2024

Neve di Latte al Flaminio, gelato e atmosfera di sostenibilità





Ambiente minimal dalla sofisticata semplicità ed eleganza, è come si presenta la sede storica della gelateria  di Neve di Latte nel quartiere Flaminio della Capitale a seguito del restyling nell’ottica della sostenibilità a cura di FraMe studio. Un locale volutamente dal carattere minimale e industriale perfettamente integrato nel contesto urbano, frutto dell’investimento di Sabatino Baldassari Roberto Tulli, imprenditori, amici accumunati dalla loro passione per il buon cibo, che nel 2011 decidono di aprire una gelateria che offra un gelato preparato con materie prime selezionate e naturali.

La prima delle loro sedi in via Luigi Poletti, 6 a pochi passi dal museo Maxxi, dal ponte della Musica e dall’Auditorium. Un locale volutamente dal carattere volutamente minimale e industriale perfettamente integrato nel contesto urbano.





L’architetto Francesca Contuzzi e l’interior designer Melissa Fabiano hanno curato la ristrutturazione con un progetto sposando lo stile industriale reinterpretato in chiave 2.0, con una pavimentazione realizzata da Resinlab, in micro cemento, volutamente imperfetto e con un’attenzione particolare alla sostenibilità con l’utilizzo di un tavolo sociale 100% riciclato realizzato con capsule del caffè e lampade nate dal riutilizzo di materiali.


Neve di Latte nasce per “gioco”, così ha definito la sua realtà imprenditoriale Roberto Tulli, ed oggi è, con i suoi sei punti vendita, una scommessa vinta.

 



Questo progetto imprenditoriale, però, non ha nulla a che vedere con il concetto di catena o di franchising; ogni punto vendita ha un suo stile e una sua anima legati dal gelato e dal logo.



Entrando nella prima sala verrete accolti dalla grande vetrina del gelato con la sua palette di colori dei 28 gusti di gelati, dall’iconico cioccolato nelle sue declinazioni (60, 70 e 80%), alle differenze consistenze date dai semifreddi, tutti eccezionali, ai gelati di frutta creati esclusivamente con prodotti di stagione.

 


Pur non essendo dei maestri gelatieri i due soci si avvalgono di eccellenti professionisti che sanno tradurre in gelato le intuizioni di Sabatino e Roberto.

Accanto ai soci protagoniste del progetto sono Alessandra Pasquali ed Elvira Colavita, che hanno saputo fare proprio l’iniziale gioco dei loro compagni. 

Gelati artigianali, naturali, genuini preparati solo con materie prime che rappresentano l’eccellenza italiana, mondiale e con pochissimo zucchero. 

 


Il tema della sede di via Luigi Poletti di Neve di Latte è “SUNRISE EXPERIENCE”, con una gelateria vestita nei colori ispirati all’alba, dal bianco al rosso ciliegia, pronta a creare un’atmosfera magica e coinvolgente, forte della propria tradizione per un’esperienza destinata a diventare un ricordo indelebile per chi assaggia i suoi gelati composti da prodotti gourmet e bio dal gusto travolgente.




lunedì 26 febbraio 2024

ARRIVA IN ITALIA “BERNADETTE DE LOURDES”, IL MUSICAL CHE COMMUOVE






Bernadette de Lourdes, lo spettacolo, musical, che racconta la storia di Bernadette Soubirous , conosciuta e venerata per essere stata oggetto delle apparizioni della Vergine Maria tra febbraio e luglio 1858 sulla riva del Gave, nella grotta di Massabielle a Lourdes e per la semplicità e la santità della sua vita, è in arrivo in Italia. 

Bernadette de Lourdes dopo aver conquistato ed  appassionato in Francia più di 200.000 spettatori, debutterà, per la prima volta in Italia, il prossimo 16 gennaio all’Auditorium della Conciliazione a Roma in occasione del Giubileo 2025 dove resterà fino al 16 febbraio, prima di fare tappa  a Bari, Napoli, Milano e Firenze. 


Uno straordinario musical che non riporta la vita monastica della mistica e religiosa francese Bernadette di Lourdes (7 gennaio 1844 / 16 aprile 1879) - beatificata il 14 giugno 1925 da Pio XI e canonizzata nel 1933 dallo stesso pontefice - ma racconta, sotto forma di inchiesta, basata su documenti originali, del percorso e la battaglia fatta dall’adolescente Bernadette per difendere la sua incredibile esperienza sulle apparizioni mariane. Difficoltà con i familiari, con esperti in campo medico e scientifico, con figure religiose, sacerdoti, altri scettici e denigratori a seguito di  comportamenti ed esternazioni della ragazza oggetto dei fenomeni di carattere sovrannaturale e miracolosi, si susseguono come in un film con parole a ritmo di musica e canzoni spettacolari. Si vedono scorrere avvenimenti ed incontri - accertati da materiale d’archivio - avvenuti  tra la giovane Bernadette e lo scettico commissario Jacomet, l’abate Peyramale, il procuratore imperiale di Lourdes, Vital Dutour, le sorelle Tardhivail e adulti a cui ha dovuto dare spiegazione.


Su musiche di Grégoire e regia di Serge Denoncourt, gli autori Lionel Florence e Patrice Guirao ci conducono in un viaggio nel cuore delle emozioni che popolano l’animo dei diversi protagonisti.


Nel corso della narrazione si passa dal commissariato alla grotta, dall’umilissima e piccola casa familiare alla canonica nel tentativo di comprendere sempre di più quello che sta accadendo.





Tra i talentosi 22 artisti del cast italiano in scena: l’attrice Gaia De Fusco nel ruolo di Bernadette, l’attore David Ban, che come nella versione originale francese, interpreta con grande temperamento il padre di Bernadette; Chiara Luppi nei panni della madre; Fabrizio Voghera (già nel cast della fortunatissima Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante) in veste dell'Abate Peyramale e Christian Ruiz lo scettico Commissario Jacomet.


Capolavoro, per credenti e non solo, che vede autore del libretto e regista  Serge Denoncourt, musiche Gregoire, autori dei testi dei brani Lionel Florence e Patrice Guirao, adattamento e traduzione del musical Vincenzo Incenzo, arrangiamenti Scott Price, scenografie Stephane Roy, costumi Meredith Caron, produzione Roberto Ciurleo, Eleonore De Galard, Fatima Lucarini, produzione esecutiva Coesioni.






La Storia


“Lourdes, 11 febbraio 1858. Bernadette Soubirous, una ragazzina di appena 14 anni, si trova vicino alla grotta di Massabielle, sulle rive del Gave. È qui che vede per la prima volta una “Signora vestita di bianco”.

Centosessanta anni fa, la giovane Bernadette Soubirous ha quattordici anni e vive nella miseria. Da piccola abita nel “cachot”, una vecchia prigione; soffre di asma e non impara né a leggere né a scrivere. L’11 febbraio 1858 la sua vita cambia. Va a cercare la legna; sorpresa da un improvviso colpo di vento, gira la testa verso la grotta di Massabielle. Vede allora una “Signora vestita di bianco… Aveva un vestito bianco, un velo bianco, una cintura azzurra e una rosa gialla su ogni piede, dello stesso colore della catena del suo rosario”. Meravigliata da ciò che vede, Bernadette parla di “Aquero” (“Quella là” nella lingua occitana) per descrivere la sua visione. Per cinque mesi, avrà alla grotta diciotto apparizioni della Signora che alla fine si presenterà come "l'Immacolata Concezione”. Bernadette compirà gesti insoliti, grattando la terra della grotta con le sue dita per scoprirne un’acqua fangosa con la quale si laverà il viso. Il 2 marzo la bella Signora le chiederà: “Vai dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che sia costruita una cappella." Dopo questi eventi, una commissione d’inchiesta composta da sacerdoti e uomini di scienza, è costituita dal Vescovo di Tarbes e la giovanetta dovrà affrontare numerosi interrogatori, spesso faticosi, da parte delle autorità civili ed ecclesiastiche. Bernadette è una pazza? Una bugiarda? Una manipolatrice? Dall’alto dei suoi 14 anni accetta di rispondere ad ogni domanda con serenità. Una forza di persuasione e di maturità che le permette di convincere la commissione d’inchiesta e il Vescovo di Tarbes, che giudicherà nel 1862 che l’apparizione della Madonna “ha tutte le caratteristiche della verità e che i fedeli sono tenuti a crederla certa.” Il 4 luglio 1866 Bernadette lascia la città di Lourdes per Nevers. Entra nella congregazione delle Suore della Carità. Nell’ottobre 1867 fa’ la sua professione religiosa. Inizia una nuova vita, dove sarà incaricata nell'infermeria per la cura e per dare conforto agli ammalati. La stessa Bernadette è sofferente, colpita da una malattia polmonare che la mette a dura prova. Qualche mese dopo, il 16 aprile 1867, muore all’età di 35 anni, ripetendo instancabilmente queste parole: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per me”. Sarà canonizzata da Papa Pio IX per l’esemplarità della sua vita religiosa nel 1933. Il suo corpo riposa nella cappella delle Suore della Carità, a Nevers. Molti anni dopo la morte di Bernadette Soubirous, la città di Lourdes è diventata luogo di pellegrinaggio mariano per tutti i cristiani del mondo. È la meta più richiesta dagli italiani. “


Dal 2019, anno delle sue  prime rappresentazioni a Lourdes, Bernadette de Lourdes, a quanto pare non smette di appassionare ed  emozionare centinaia di migliaia di spettatori giovani e meno giovani di diverse generazione e confessioni religiose nel mondo. Dopo aver calpestato i palcoscenici in Francia, Polonia e Italia il musical prenderà il volo per gli Stati Uniti destinazione Broadway.


 

WWW.BERNADETTEDELOURDES.IT

 

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Ufficio stampa: Maurizio Quattrini maurizioquattrini@yahoo.it