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lunedì 26 febbraio 2024

ARRIVA IN ITALIA “BERNADETTE DE LOURDES”, IL MUSICAL CHE COMMUOVE






Bernadette de Lourdes, lo spettacolo, musical, che racconta la storia di Bernadette Soubirous , conosciuta e venerata per essere stata oggetto delle apparizioni della Vergine Maria tra febbraio e luglio 1858 sulla riva del Gave, nella grotta di Massabielle a Lourdes e per la semplicità e la santità della sua vita, è in arrivo in Italia. 

Bernadette de Lourdes dopo aver conquistato ed  appassionato in Francia più di 200.000 spettatori, debutterà, per la prima volta in Italia, il prossimo 16 gennaio all’Auditorium della Conciliazione a Roma in occasione del Giubileo 2025 dove resterà fino al 16 febbraio, prima di fare tappa  a Bari, Napoli, Milano e Firenze. 


Uno straordinario musical che non riporta la vita monastica della mistica e religiosa francese Bernadette di Lourdes (7 gennaio 1844 / 16 aprile 1879) - beatificata il 14 giugno 1925 da Pio XI e canonizzata nel 1933 dallo stesso pontefice - ma racconta, sotto forma di inchiesta, basata su documenti originali, del percorso e la battaglia fatta dall’adolescente Bernadette per difendere la sua incredibile esperienza sulle apparizioni mariane. Difficoltà con i familiari, con esperti in campo medico e scientifico, con figure religiose, sacerdoti, altri scettici e denigratori a seguito di  comportamenti ed esternazioni della ragazza oggetto dei fenomeni di carattere sovrannaturale e miracolosi, si susseguono come in un film con parole a ritmo di musica e canzoni spettacolari. Si vedono scorrere avvenimenti ed incontri - accertati da materiale d’archivio - avvenuti  tra la giovane Bernadette e lo scettico commissario Jacomet, l’abate Peyramale, il procuratore imperiale di Lourdes, Vital Dutour, le sorelle Tardhivail e adulti a cui ha dovuto dare spiegazione.


Su musiche di Grégoire e regia di Serge Denoncourt, gli autori Lionel Florence e Patrice Guirao ci conducono in un viaggio nel cuore delle emozioni che popolano l’animo dei diversi protagonisti.


Nel corso della narrazione si passa dal commissariato alla grotta, dall’umilissima e piccola casa familiare alla canonica nel tentativo di comprendere sempre di più quello che sta accadendo.





Tra i talentosi 22 artisti del cast italiano in scena: l’attrice Gaia De Fusco nel ruolo di Bernadette, l’attore David Ban, che come nella versione originale francese, interpreta con grande temperamento il padre di Bernadette; Chiara Luppi nei panni della madre; Fabrizio Voghera (già nel cast della fortunatissima Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante) in veste dell'Abate Peyramale e Christian Ruiz lo scettico Commissario Jacomet.


Capolavoro, per credenti e non solo, che vede autore del libretto e regista  Serge Denoncourt, musiche Gregoire, autori dei testi dei brani Lionel Florence e Patrice Guirao, adattamento e traduzione del musical Vincenzo Incenzo, arrangiamenti Scott Price, scenografie Stephane Roy, costumi Meredith Caron, produzione Roberto Ciurleo, Eleonore De Galard, Fatima Lucarini, produzione esecutiva Coesioni.






La Storia


“Lourdes, 11 febbraio 1858. Bernadette Soubirous, una ragazzina di appena 14 anni, si trova vicino alla grotta di Massabielle, sulle rive del Gave. È qui che vede per la prima volta una “Signora vestita di bianco”.

Centosessanta anni fa, la giovane Bernadette Soubirous ha quattordici anni e vive nella miseria. Da piccola abita nel “cachot”, una vecchia prigione; soffre di asma e non impara né a leggere né a scrivere. L’11 febbraio 1858 la sua vita cambia. Va a cercare la legna; sorpresa da un improvviso colpo di vento, gira la testa verso la grotta di Massabielle. Vede allora una “Signora vestita di bianco… Aveva un vestito bianco, un velo bianco, una cintura azzurra e una rosa gialla su ogni piede, dello stesso colore della catena del suo rosario”. Meravigliata da ciò che vede, Bernadette parla di “Aquero” (“Quella là” nella lingua occitana) per descrivere la sua visione. Per cinque mesi, avrà alla grotta diciotto apparizioni della Signora che alla fine si presenterà come "l'Immacolata Concezione”. Bernadette compirà gesti insoliti, grattando la terra della grotta con le sue dita per scoprirne un’acqua fangosa con la quale si laverà il viso. Il 2 marzo la bella Signora le chiederà: “Vai dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che sia costruita una cappella." Dopo questi eventi, una commissione d’inchiesta composta da sacerdoti e uomini di scienza, è costituita dal Vescovo di Tarbes e la giovanetta dovrà affrontare numerosi interrogatori, spesso faticosi, da parte delle autorità civili ed ecclesiastiche. Bernadette è una pazza? Una bugiarda? Una manipolatrice? Dall’alto dei suoi 14 anni accetta di rispondere ad ogni domanda con serenità. Una forza di persuasione e di maturità che le permette di convincere la commissione d’inchiesta e il Vescovo di Tarbes, che giudicherà nel 1862 che l’apparizione della Madonna “ha tutte le caratteristiche della verità e che i fedeli sono tenuti a crederla certa.” Il 4 luglio 1866 Bernadette lascia la città di Lourdes per Nevers. Entra nella congregazione delle Suore della Carità. Nell’ottobre 1867 fa’ la sua professione religiosa. Inizia una nuova vita, dove sarà incaricata nell'infermeria per la cura e per dare conforto agli ammalati. La stessa Bernadette è sofferente, colpita da una malattia polmonare che la mette a dura prova. Qualche mese dopo, il 16 aprile 1867, muore all’età di 35 anni, ripetendo instancabilmente queste parole: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per me”. Sarà canonizzata da Papa Pio IX per l’esemplarità della sua vita religiosa nel 1933. Il suo corpo riposa nella cappella delle Suore della Carità, a Nevers. Molti anni dopo la morte di Bernadette Soubirous, la città di Lourdes è diventata luogo di pellegrinaggio mariano per tutti i cristiani del mondo. È la meta più richiesta dagli italiani. “


Dal 2019, anno delle sue  prime rappresentazioni a Lourdes, Bernadette de Lourdes, a quanto pare non smette di appassionare ed  emozionare centinaia di migliaia di spettatori giovani e meno giovani di diverse generazione e confessioni religiose nel mondo. Dopo aver calpestato i palcoscenici in Francia, Polonia e Italia il musical prenderà il volo per gli Stati Uniti destinazione Broadway.


 

WWW.BERNADETTEDELOURDES.IT

 

BIGLIETTI IN VENDITA DA VENERDI 23 FEBBRAIO 2024 SU TICKETONE.IT

 

Ufficio stampa: Maurizio Quattrini maurizioquattrini@yahoo.it

martedì 13 febbraio 2024

TRILUSSA IL POETA BURATTINO al Museo di Roma in Trastevere.




Presentate al Museo di Roma in Trastevere, il 13 febbraio, martedì grasso, nell’ambito dell’evento  “CARNEVALE 2024 - TRILUSSA: IL POETA BURATTINO” alcune  straordinarie opere di grafica dal Fondo Trilussa non esposte, tra le quali due locandine del teatro di burattini “Baracca delle Favole” organizzato dal poeta con l’amico Guglielmo Guastaveglia (Guasta), a cura di Tommaso Silvestrini e Martina Tramontana, con Roberta Perfetti e Silvia Telmon. 




Un interessante occasione all’insegna della cultura che ha permesso di approfondire  la conoscenza di Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Salustri, poeta, scrittore e giornalista italiano particolarmente noto per le sue composizioni in dialetto romanesco.




Ancora, all’interno del Museo è stato possibile ammirare la sala, recentemente allestita, dedicata a Trilussa.  Un’ambiente multimediale in cui una selezione accurata di materiali raccontano il poeta romano nella sua complessità di uomo pubblico e privato attraverso le rappresentazioni delle amicizie e gli oggetti esposti di cui lo stesso si circondava nello studio di Via Maria Adelaide e che, alla sua morte, furono donati al Comune di Roma.


martedì 6 febbraio 2024

Il Colosso di Costantino ammirabile ai Musei Capitolini per tutto l’anno giubilare




Il Colosso di Costantino al giardino  di Villa Caffarelli ai Musei Capitolini


Immenso, fisico possente, ginocchio scoperto, sguardo fiero, mano sullo scettro e  con il drappo dorato adagiato sulla spalla e la mano sinistra che sorregge il globo, è  come si presenta  il Colosso di Costantino  che con i suoi 13 metri di altezza svetta verso il cielo e che da oggi, 6 febbraio 2024, accoglierà i visitatori nel giardino di Villa Caffarelli ai Musei Capitolini.  

Una fedelissima ricostruzione, in scala 1:1, della colossale statua dell'imperatore Costantino (IV sec. d.C), tra gli esempi più significativi della scultura romana tardo-antica, in mostra nell’area che fu in parte occupata dal Tempio di Giove Ottimo Massimo, che un tempo ospitava la statua di Giove, la stessa forse da cui il Colosso fu ricavato o che comunque ne costituisce il modello di derivazione. 




Colosso di Costantino (dettaglio)



Della statua originaria, riscoperta nel XV secolo presso la Basilica di Massenzio, oggi rimangono solo pochi monumentali frammenti marmorei: testa, braccio destro, polso, mano destra, ginocchio destro, stinco destro, piede destro, piede sinistro. E proprio da questi frammenti, custoditi nel cortile di Palazzo dei Conservatori che, assieme a il Palazzo Nuovo, costituisce le sedi espositive dei Musei Capitolini , sono avviati i lavori di questa straordinaria imponente ricostruzione promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzato in collaborazione con Fondazione Prada, che ha presentato per la prima volta l'opera a Milano dal 17 novembre 2022 al 27 febbraio 2023, in occasione della mostra Recycling Beauty a cura di Salvatore Settis e Anna Anguissola con Denise La Monica. 


La replica della statua colossale di Costantino è stata presentata al pubblico   stamattina dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dall’assessore alla Cultura Roma Capitale Miguel Gotor, dal sovrintendente Claudio Parisi Presicce, dal componente del Comitato di indirizzo di Fondazione Prada Salvatore Settis e da Adam Lowe della Factum Foundation For Digital Technology in Preservation.




Da sinistra:  Adam Lowe, Salvatore Settis, Miguel Gotor, Roberto Gualtieri, Claudio Parisi Presicce



 “ Un vero colosso -  osserva il sindaco di Roma  Roberto Gualtieri  a margine della presentazione della riproduzione - che rappresenta il potere di un imperatore che ha trionfato a ponte Milvio. Ora si sta cercando di capire se la statua originaria fosse il Giove Capitolino che si trovava proprio qui o se invece l'opera si ispirava a modelli classici che risalivano fino allo Zeus di Fidia". 
Un’ opera che, grazie ai frammenti,  è stata ricostruita fedelmente  in resina, poliuretano, polvere di marmo, foglia d'oro e gesso. “Questa  è la dimostrazione - afferma Gotor - che la vita, la storia e l’archeologia sono fatte di frammenti e ricomposizioni”. “Il risultato  - afferma Parisi Presicce - è sicuramente utile  per proporre ai visitatori la percezione di quel rapporto che doveva esserci in antico tra i sudditi e l’immagine dell’imperatore”. "Ora rimarrà qui per tutto l'anno giubilare - comunica lo stesso Parisi Presicce - poi si vedrà se spostarla al Museo della Civiltà Romana, che verrà riaperto".  


Giardino di Villa Caffarelli 


La spettacolare riproduzione in scala reale del maestoso Colosso di Costantino si può visitare dal 6 febbraio 2024 al 31 dicembre 2025,  tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 18.30, nel giardino di villa Caffarelli ai Musei Capitolini a Roma.



venerdì 2 febbraio 2024

“Pandemonio” di Sergio Padovani per raccontare i demoni del nostro tempo


Sergio Padovani, Atto di dolore, 2023, olio, bitume, resina su tela,190x290 cm. dettaglio. Ph. Mauro Terzi


“Pandemonio”, il titolo azzeccato della mostra itinerante dell’artista modenese Sergio Padovani (Modena, 1972), ospitata fino al 9 marzo 2024  ai Musei di San Salvatore in Lauro a Roma, curata da Cesare Biasini Selvaggi con Francesca Baboni e Stefano Taddei e organizzata dalla Fondazione THE BANK – Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea.

Una pittura figurativa visionaria dalla forza dirompente che attrae e contemporaneamente respinge lo spettatore sorpreso dalle fantastiche quanto allucinate composizioni di scene  inquietanti e paesaggi  crudeli che testimoniano le angosce , le inquietudini e i tormenti del nostro tempo e del profondo dell’anima dell’autore.




Sergio Padovani, La donna nuda, olio, bitume, resina su rame 59x70, 2023 cm. Courtesy Fondazione The BankPh. R. Ronconi




Un percorso artistico straordinario, nell'immaginario psichedelico di Padovani, artista visuale e musicista, attraverso oltre 60 dipinti, su tavola e su tela, quasi tutti inediti, di grandi dimensioni e di recente realizzazione, tra allucinazioni inquiete e incubi provenienti da epoche lontane, realizzati con la tecnica pittura su pittura con pigmenti, bitume e foglia oro, mescolati in modo magistrale dall’autore, dove il linguaggio della musica si mischia alla pittura in un dialogo continuo.






Sergio Padovani, 16 responsabili di 32 ferite, 2023, olio, bitume e resina su tavola, 110x87 cm. Ph. Mauro Terzi 





Viaggio nelle paure, nelle inquietudini, nel tormento sociale, politico e culturale, ma anche nella rinascita, nella speranza  e profondamente intimo dell'artista sensibile alla contemporaneità ma anche sul futuro. "Ogni composizione - spiega Cesare Biasini Selvaggi, curatore e segretario generale della Fondazione The Bank - Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea, che ha organizzato la mostra - è una preghiera laica, una contemplazione carica di enigmatici piani narrativi, temporali e musicali ed è abitata da un universo in eccesso, ricco di dettagli e di diverse letture che mescolano aspetti classicheggianti a creature oniriche dalle forme bizzarre colte nella loro espiazione, sull'orlo del baratro. E, tuttavia, sullo sfondo di ogni pittura balena il lampo della possibilità visionaria di redenzione per l'umanità, quindi di fede nella salvezza". 





Sergio Padovani, Furia vergine, 2023, olio, bitume e resina su tela, 250x190 cm. Ph. R. Ronconi




Come ha riferito l’autore modenese, garbato e disponibile al confronto con il pubblico nell’ambito del vernissage del 29 gennaio scorso, “Ognuno di noi ha i propri demoni, a tanti non fanno alcun effetto e a me, al contrario, suscitano quello che esterno nella pittura che vedete”. 






Sergio Padovani, Guerra come bestia, 2023, olio, bitume e resina su carta telata applicata su tela, 50x40 cm. Ph. R.Ronconi




Un palcoscenico in cui va in scena uno spettacolo che non lascia lo spettatore indifferente in cui  - come riporta l’artista -  “Le ricerche che più mi rappresentano sono quelle sulla follia, sulla trasformazione fisica, sulle manie sul desiderio di sopravvivenza, sul martirio, sulla distinzione tra cattiveria e bontà d animo, sulle malattie, sulla storia, sulle politiche dei tiranni, sugli effetti delle guerre... potrei continuare per ore... “






Frammenti dell’esposizione personale di Sergio Posani,  Musei di San Salvatore in Lauro. Ph. R. Ronconi




Ancora, ad arricchire l’inusuale percorso espositivo, un video, anch’esso dal titolo “Pandemonio”, dove scorrono immagini suggestive di un enorme insetto dalla stretta somiglianza con una cavalletta verde in continua trasformazione, evoluzione e regressione, realizzato dall’artista con l’ausilio dell’intelligenza artificiale (AI),   la cui colonna sonora è tratta dal primo singolo di Macchina Anatomica, preludio all’album d’esordio Void of universe roars now!, che uscirà a primavera. The sinking of an idol like a dead body è già  presente su tutte le piattaforme musicali.





Pandemonio” video, Ph. R. Ronconi



Dopo aver fatto tappa a Roma l’esposizione itinerante “Sergio Padovani - Pandemonio”  sarà trasferita a Modena, città natale dell’artista, all’interno del Complesso di San Paolo, Ex Chiesa e Sala delle Monache.