"A PORTE CHIUSE" di JEan-Paul Sartre, il capolavoro teatrale del 900 tra i più rappresentati in Europa, in scena al Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico) a Roma fino al 18 novembre p.v. .
Adattamento e regia di Gianni Leonetti. Con Camillo Ciorciaro, Elisa Novembrini, Eleonora Timpani e Stefano Montini (in voce).
Una location sconosciuta ed impenetrabile, priva di oggetti di uso comune e di specchi dove ritrovare la propria immagine, è il luogo dove personaggi del grande esistenzialista francese, J.P. Sartre sono rinchiusi. Tre individui: un vigliacco, un'assassina e una giovane prostituta, si ritovano in un inferno senza fiamme in cui saranno costretti a misurarsi con le loro coscienze macchiate da crimini. Ormai lontani da tutto e da tutti, in un luogo chiuso e isolato, ognuno dei tre protagonisti si incaricherà di essere boia e giudice degli altri per indurli a raccontare il motivo della presenza in quell' ambiente. Sarà questa la loro condanna. Da tale circostanza la battuta: "l'inferno sono gli altri". Da intendersi come una dura constatazione: esistiamo solo attraverso e grazie agli altri, sono la loro percezione di noi, i loro sguardi e i loro giudizi a definisci. Il grande filosofo Sartre, noto pure per non aver ritirato il Nobel affermava che ognuno esercita su l'altro "Lo sguardo di medusa" attirandolo a se per decostruirlo nella sua essenza. Questo è il gioco crudele ed a tratti ironico che si crea in "A PORTE CHIUSE" al quale i personaggi in scena non sfuggono neppure dopo la vita. Un "Teatro di situazioni" coniato dal grande filosofo e ancora attuale. Orgogliosa di aver assistito al gran bello spettacolo.
Adattamento e regia di Gianni Leonetti. Con Camillo Ciorciaro, Elisa Novembrini, Eleonora Timpani e Stefano Montini (in voce).
Una location sconosciuta ed impenetrabile, priva di oggetti di uso comune e di specchi dove ritrovare la propria immagine, è il luogo dove personaggi del grande esistenzialista francese, J.P. Sartre sono rinchiusi. Tre individui: un vigliacco, un'assassina e una giovane prostituta, si ritovano in un inferno senza fiamme in cui saranno costretti a misurarsi con le loro coscienze macchiate da crimini. Ormai lontani da tutto e da tutti, in un luogo chiuso e isolato, ognuno dei tre protagonisti si incaricherà di essere boia e giudice degli altri per indurli a raccontare il motivo della presenza in quell' ambiente. Sarà questa la loro condanna. Da tale circostanza la battuta: "l'inferno sono gli altri". Da intendersi come una dura constatazione: esistiamo solo attraverso e grazie agli altri, sono la loro percezione di noi, i loro sguardi e i loro giudizi a definisci. Il grande filosofo Sartre, noto pure per non aver ritirato il Nobel affermava che ognuno esercita su l'altro "Lo sguardo di medusa" attirandolo a se per decostruirlo nella sua essenza. Questo è il gioco crudele ed a tratti ironico che si crea in "A PORTE CHIUSE" al quale i personaggi in scena non sfuggono neppure dopo la vita. Un "Teatro di situazioni" coniato dal grande filosofo e ancora attuale. Orgogliosa di aver assistito al gran bello spettacolo.
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