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domenica 6 aprile 2025

Arte, “PICASSO lo straniero”: la mostra da non perdere a Roma

 

    

    Pablo Picasso (1881-1973)

    L'Adolescent

    2 agosto 1969

    olio su tela

    Parigi, collezione privata




"Picasso lo straniero", un'esposizione unica,  organizzata dalla Fondazione Roma in collaborazione con Marsilio Arte, ospitata negli spazi di Palazzo Cipolla a Roma, fino al 29 giugno, presenta le vicende artistiche e umane, i periodi e le opere del grande pittore spagnolo,  padre del cubismo e uno dei maestri della pittura del XX secolo, autore del famoso dipinto Guarnica, Pablo Picasso  in una prospettiva inedita.

Ideata da Annie Cohen-Solal, la mostra riporta dell’artista e dell’uomo, immigrato in Francia dove, nonostante la fama mondiale, non gli  fu concesso mai la cittadinanza e nella quale non si è mai sentito completamente  integrato. 

Come si evince dalle prime opere pittoriche, prima di arrivare a Parigi, Picasso è vissuto a Málaga, La Coruña, Madrid e Barcellona e ha potuto giovarsi della molteplicità culturale della Spagna, terra andalusa, galiziana, castigliana, catalana.

Tra dipinti, sculture, disegni, ceramiche, stampe, collage, fotografie, video e documenti,  (100 opere in tutto) la mostra di Roma “Picasso, lo straniero”, indaga e approfondisce una serie di tematiche sociali, le difficoltà e gli ostacoli che il giovane genio ha dovuto affrontare quando è arrivato a Parigi per la prima volta, nel 1900, senza sapere una parola di francese,  da lui vissute in prima persona, come la condizione dello straniero lontano dalla propria  terra natia, l’accoglienza  in una città in preda a forti tensioni sociali, l’ambientamento, scoprire culture nuove e la solitudine, oltre a riportare di luoghi, ambienti, persone, culture e usanze diverse che hanno influenzato la sua arte in cui stilemi, emozioni e suggestioni  vengono di volta in volta accolti, respinti o  amalgamati nell’opera di Picasso, assumendo significati ed implicazioni variegate. 

Un percorso straordinario,  allestito in collaborazione con il Museo Picasso di Parigi e con il Museo Nazionale di Storia dell’Immigrazione, che mette assieme creatività, estetica e politica da cui si evince come il grande Picasso abbia rivoluzionato l’arte del Novecento pur vivendo la condizione difficile di “straniero”.

Capolavori  inediti assoluti tra cui "Bosco su un versante montano", un olio su tela montata su tavola dipinto nel 1899 e proveniente dal Museo Picasso di Barcellona e "Al Ristorante" del 1900, da una collezione privata, illustrano in modo lampante il cambio di traiettoria del giovane Pablo, quando lascia Barcellona per Parigi. A questi si aggiungono numerosi disegni tra cui "Il doppio ritratto Cocteau/Picasso" del 1962, che si collega proprio alla collaborazione tra i due artisti per il balletto di Parade, realizzato anche per il Teatro dell'Opera di Roma, che ospitò la tournée romana dei Balletti Russi. La mostra presenta, infatti, in particolare, un'importante sezione dedicata alla primavera romana del 1917 trascorsa da Pablo Picasso con Jean Cocteau, Erik Satie, Sergej Djaghilev, e Leonid Massine.




Pablo Picasso

Au restaurant 

Al ristorante

1900 circa 

olio su cartone 

33,7 x 52 cm

Collezione privata



Pablo Ruiz Picasso non ha ancora compiuto diciannove anni quando arriva a Parigi per la prima volta, nell'ottobre del 1900, per andare all'Esposizione universale dove è esposto un suo quadro. Sicuro del proprio talento, cinque anni prima, a Madrid, al Museo del Prado, aveva riprodotto il Ritratto di Filippo IV di Velázquez producendo un dipinto  ancora più audace dell'originale. Ma la Francia del 1900 è un paese dilaniato, sconvolto da attentati anarchici e dal caso Dreyfus. I servizi di polizia tengono d'occhio gli stranieri, specie quelli che potrebbero rappresentare una «minaccia» per l'ordine costituito. Picasso, straniero, presunto anarchico, è uno di loro. Sospettato e schedato viene sottoposto a sorveglianza fin dal 1901. Eppure riesce a dar spazio alla propria  creatività senza lasciar trapelare angosce, senza lasciarsi condizionare dalla presenza incombente della polizia. E vulnerabile, ma sa barcamenarsi in un'Europa dilacerata dai nazionalismi: attraversa due guerre mondiali e una guerra civile, affronta imponenti ondate di xenofobia alimentate dalla polizia, incassa il rifiuto dell'Académie des beaux-arts, sempre pronta a difendere le proprie tradizioni e a respingere le sfide dell'avanguardia.




Pablo Picasso

Guernica (1937)

Museo Nacional Centro

de Arte Reina Sofía, Madrid



Nella primavera del 1937, in piena guerra di Spagna, riesce a inventare una lingua universale per denunciare il bombardamento che distrugge una città basca, Guernica, liquidando l'intera popolazione civile. Chiamando a raccolta secoli di arte pittorica, Picasso si dedica per cinque settimane all'elaborazione dell'immenso affresco tragico “Guernica” destinato a diventare il capolavoro più famoso del mondo, che lo porta ad essere  considerato un «nemico della patria» dalla Spagna franchista, un «artista degenerato» dalla Germania hitleriana, uno «straniero pericoloso»

dalla Francia che sta per soccombere all'occupazione tedesca.



       

Pablo Picasso

Femme assise au chapeau

Donna seduta con cappello

Seated Woman in Hat

Parigi, 27 maggio 1939

/ Paris, 27 May 1939

olio su tela / oil on canvas


             


Nel 1955 lascia Parigi  per trasferirsi nel Sud della Francia, tra artigiani ceramisti, fotografi, scultori e litografi, in un’area di culture multiplea lui congeniale alla quale era sempre appartenuto e si dedica alla sua arte di fama mondiale. 

Picasso "In opposizione al mondo dell'uomo nuovo (stracolmo di eroi, vincitori e conquistatori), sceglie di stare dalla parte del debole, del malato, del «degenerato» (l'ebreo, lo zingaro, lo storpio, l'omosessuale, il massone, il bolscevico), cioè dalla parte dell'altro sulla falsariga del notevolissimo Agnus Dei di Zurbarán. Sfida, obolo, sacrificio, cammino verso il martirio? L'uomo con la pecora, di cui Picasso donerà la versione in bronzo al comune di Vallauris nel febbraio del 1950, quando gli verrà conferita la cittadinanza onoraria, è senz'altro una delle testimonianze più significative degli anni dell'occupazione"afferma la curatrice e autrice della mostra  Annie Cohen-Solal.

Rifiutato dall’accademia di Belle Arti perché sospettato di essere anarchico e per la sua arte, per l’epoca considerata troppo avanguardista e trasgressiva, Picasso ha sempre sofferto un senso di precarietà che ben si evidenzia nelle sue opere. 

L’esposizione “Picasso lo straniero” affascina e fa riflettere su come l’esperienza dell'emarginazione subita da Picasso, può essere, per certi aspetti, assimilabile a quella di molti migranti degli attuali tempi difficili che, tra pregiudizi, cavilli burocratici e pacchettii sicurezza, si trovano a percorrere la strada dell’integrazione tutta in salita. 


        

        Pablo Picasso 

        L'Ombre

        29 dicembre 1953

        Olio su tela

        Musée national Picasso-Paris.    

  



Pablo Picasso 

Mère et enfant 

Madre e figlio 

Mother and Child

Parigi, estate 1907

/ Paris, Summetr 1907 

olio su tela / oil on canvas