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venerdì 17 gennaio 2020

“Tango del calcio di rigore”: mix di commedia, tango e tragedia con Neri Marcorè e Ugo Dighero fino al 19 gennaio al Teatro Brancaccio di Roma

Neri Marcorè in "“Tango del calcio di rigore”

Musica, teatro civile, calcio e potere tra mito e realtà. È il composto dell’interessante spettacolo “Tango del calcio di rigore” che ha come protagonisti Neri Marcorè, Ugo Dighero e Rosanna Naddeo, affiancati dai giovani Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto. La pièce, scritta e diretta da Giorgio Gallione che, dopo il debutto a Genova a febbraio 2019, è ora in scena fino al 19 gennaio al Teatro Brancaccio di Roma, ripercorre il rapporto tra lo sport e le dittature sudamericane riportando della vicenda dei Mondiali del 1978 e dei Desaparecidos in Argentina
La rappresentazione si rifà ai campionati del '78 in Argentina, dove il 25 giugno, all'Estadio Monumental di Buenos Aires, durante la finale dei mondiali di calcio, l'Argentina batte l'Olanda 3 a 1. Risultato fortemente voluto dal dittatore Jorge Videla e usato quale strumento per fare propaganda politica, affinché il mondo si dimenticasse del dolore e della disperazione delle Madri di Plaza de Mayo.

Nel periodo dei campionati in Argentina si respira un clima di grande terrore, paura, tortura, desaparecidos, doping, morte, corruzione. Ma è anche il momento di maggiore popolarità e consenso della dittatura del generale Videla a dimostrazione di come lo sport possa essere forte elemento di distrazione sociale dalla realtà.
Il bravissimo interprete Neri Marcorè, ex-bambino di allora, ricostruisce il suo passato di appassionato di calcio, recuperando storie, situazioni grottesche, personaggi memorabili, irregolarità, a cavallo tra realismo magico e realtà storica. Vengono riportate sulla scena alcune vicende tra le quali:  il caso di Alvaro Ortega, l’arbitro colombiano che commise “l’errore” di annullare un goal all’Indipendente Medellin, la squadra dei trafficanti di cocaina; la vicenda del Francisco Valdes, capitano del Cile, costretto a segnare a porta vuota dai militari di Pinochet; la “guerra del football”, combattuta nel 1969 tra Salvador e Honduras, e l’episodio del rigore più lungo della storia del calcio, di cui è stato protagonista il portiere dell’Estrella Polar, Gato Diaz.
Uno spettacolo tra mito e inchiesta, musica, favola e teatro civile, che fa riflettere sul gioco più giocato al mondo e quanto possa influenzare le menti e i desideri degli individui, assolutamente da non perdere.

Drammaturgia e regia Giorgio Gallione e con Fabrizio Costella, Alessandro Pizzuto, scene e costumi Guido Fiorato | musiche originali Paolo Silvestri | luci Aldo Mantovani.

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